«Secondo lui, tutti qui erano devoti alla signora. E i vari membri della spedizione dicono tutti la stessa cosa. Può trattarsi di pura delicatezza, come può essere anche la verità. Io sono convinto che la chiave dell'enigma stia in una completa comprensione del carattere della signora Leidner. Se potessi conoscere l'opinione, la sincera opinione di tutti a questo proposito, potrei forse tentare la ricostruzione degli eventi. Sono venuto solo per questo, oggi. Sapevo che il professor Leidner era ad Hassanié e che avrei potuto interrogare più liberamente ciascuno di voi.»
«Bene...» cominciò la signorina Johnson. Poi si fermò.
«Lasciate da parte tutti i clichés della convenienza, del rispetto ai defunti eccetera...» fece Poirot. «Ditemi la vostra sincera opinione riguardo alla signora Leidner come donna.»
«Ehm! Per cominciare vi dirò, signor Poirot, che io sono prevenuta contro di lei. Come tutti, sono molto affezionata al professor Leidner. Quando arrivò la signora, fummo tutti gelosi di lei. Il tempo e le cure che il marito le dedicava, ci indispettivano, la sua devozione ci irritava. Questa è la verità, signor Poirot, anche se poco simpatica. La presenza di lei mi dava noia benché cercassi di non dimostrarlo: lei faceva sì che le cose per noi fossero molto diverse.»
«Noi? Avete detto noi?»
«Parlo del signor Carey e di me. Siamo i due più anziani, e la nuova atmosfera non ci andava affatto. Credo che ciò fosse naturale, anche se un po' meschino da parte nostra.»
«E perché non vi andava la nuova atmosfera della vostra vita in comune?»
«Per molte cose. Prima eravamo molto felici. Ci divertivamo con molta semplicità e magari con le più ingenue trovate, come fa la gente che lavora volentieri insieme. Il professore era molto allegro, un vero ragazzo.» «E con I 'arrivo della signora Leidner tutto cambiò?»
«Non per sua colpa, forse. L'anno scorso non ce la cavammo troppo male. Notate signor Poirot, che lei non faceva nulla di male. E stata sempre gentile con me e provo vergogna, a volte, di dover parlare così. Ma il fatto è che molte piccole cose che lei diceva e faceva per cortesia, riuscivano solo a irritarmi... Eppure, più gentile non avrebbe potuto essere...»
«Nella presente stagione, dunque, l'atmosfera era totalmente mutata.»
«Sì. Chissà perché! Tutto andava di traverso. Non col lavoro, no ma... in noi stessi. I nostri caratteri, i nostri nervi, erano sempre in stato di tensione. Sembravano tutti sotto l'influsso di un temporale imminente.»
«E questo, secondo voi, era dovuto alla presenza della signora Leidner?»
«Prima che lei arrivasse non era mai stato così. Ma io sono una vecchia brontolona, e vorrei che le cose non cambiassero mai. Voi non dovete darmi ascolto, signor Poirot.»
«E come descrivereste voi il carattere, il temperamento della signora?» La signorina Johnson esitò un momento, poi disse lentamente:
«Molto nervoso, già... Alti e bassi continui. Cortesissima con una persona un giorno, e il giorno seguente capace di non rivolgerle la parola. Molto premurosa con gli altri, dava però a vedere egualmente di esser stata molto viziata. Accettava la totale devozione del professore per lei come una cosa naturalissima. Io credo che non avesse mai compreso di aver sposato un uomo eccezionale, un vero grand'uomo. Questo fatto mi dava ai nervi. E poi tutte quelle sue fantasie, che ora l'abbattevano ora l'eccitavano. Fui ben lieta quando arrivò l'infermiera. Era troppo, per il professore, dover badare al lavoro e alle manie della moglie.»