Eravamo arrivati, nel frattempo, e il signor Emmott condusse Poirot in camera sua per lavarsi le mani, mentre io mi ritiravo in camera mia.
Uscimmo poi in cortile quasi contemporaneamente e stavamo avviandoci verso la sala da pranzo quando Padre Lavigny comparve sulla soglia della sua stanza e invitò Poirot a entrare. Il signor Emmott e io proseguimmo, ed entrammo insieme nella sala dove già la signorina Johnson e la signora Mercado ci stavano aspettando. Pochi momenti dopo anche il signor Mercado, il signor Reiter e Bill Coleman ci raggiunsero.
Stavano sedendo e Mercado aveva appena detto al boy di avvertire Padre Lavigny che il pranzo era pronto quando tutti fummo messi in allarme da un grido soffocato.
I nostri nervi dovevano essere un po' tesi perché balzammo in piedi di scatto e la signorina Johnson, fattasi pallidissima, chiese:
«Che cosa è stato? Che è mai accaduto?»
La signora Mercado la guardò e disse:
«Ma, cara, che cos'avete? Sarà stato un rumore qualsiasi, fuori, nei campi.»
In quel momento Poirot e Padre Lavigny entrarono.
«Credevamo che qualcuno si fosse ferito» disse la signorina Johnson.
«Vi chiedo mille scuse!» esclamò Poirot. «Tutta colpa mia. Padre Lavigny mi ha mostrato alcune tavolette, e nel portarne una vicino alla finestra senza guardar dove mettessi i piedi, per poco non mi slogavo una caviglia. Il dolore è stato così acuto che non sono riuscito a trattenere un grido.»
«Credevamo fosse avvenuto qualche altro assassinio» disse ridendo la signora Mercado.
«Marie!» la rimproverò il marito e lei arrossì e si morse le labbra.
La signorina Johnson si affrettò a condurre la conversazione sugli scavi, e archeologici i nostri discorsi rimasero sino alla fine del pasto. Dopo il caffè tornammo in soggiorno e gli uomini, eccezion fatta di Padre Lavigny, ritornarono al lavoro.
Padre Lavigny condusse Poirot nella camera delle antichità, e io lo seguii. Conoscevo molto bene i nostri tesori ormai e provai un'impressione di orgoglio soddisfatto quasi si trattasse di roba mia — quando il Padre mostrò la coppa d'oro e udii un'esclamazione di ammirata sorpresa da parte di Poirot.
«Magnifica! Che opera d'arte!»
Padre Lavigny ne convenne con entusiasmo e cominciò a illustrare vivacemente i pregi.
«Niente cera oggi» dissi.
«Cera?» Poirot mi guardò con gli occhi spalancati.
«Cera?» Padre Lavigny fece altrettanto.
Spiegal la mia osservamone.
«Ah, je comprends!» fece Padre Lavigny. «Già, cera di candela.»
Questo li spinse naturalmente a parlare del visitatore notturno; ma parlavano in francese, dimentichi della mia presenza, per cui li lasciai e me ne tornai in soggiorno.
La signora Mercado stava rammendando le calze del marito e la signorina Johnson leggeva: cosa strana per lei che pareva avesse sempre qualche lavoro da finire.