«Oh no!» esclamai. «Non l'ho mai pensato, neppure per un momento.»
Non so perché mi sentissi così sicura. Forse il detto del signor Poirot "il delitto è un 'abitudine" mi si era inciso nel cervello; e chi, poi, vorrebbe ricorrere a una morte così dolorosa?
Lo dissi al capitano Maitland che assentì, sogghignando:
«Però una gravissima crisi morale potrebbe forse spiegare anche una simile follia.»
«Ma si trovava poi in tali condizioni la signorina Johnson?» chiesi dubbiosa.
«Così dice la signora Mercado. Lei afferma che la signorina non era in condizioni normali ieri sera a cena e che rispondeva a malapena alle domande che le venivano rivolte. La signora Mercado è sicurissima che la signorina Johnson fosse terribilmente turbata da qualche cosa che poteva indurla a propositi disperati.»
«Be', io non ci credo affatto!» protestai
Quella brutta, maligna pettegola! «Allora che cosa pensate?»
«Penso che è stata assassinata!»
«Perché? C'era forse qualche ragione perché dovesse essere uccisa?»
«Ebbene sì. Aveva scoperto qualche cosa.»
«Scoperto qualche cosa? Ma che cosa?»
Gli ripetei parola per parola il nostro colloquio sul tetto.
«E lei ha rifiutato di dirvi che cosa avesse scoperto?»
«Sì. Ha detto che voleva pensarci su.»
«Ma era molto agitata?»
«Sì.»
«Un modo di introdursi dall 'esterno.» Il capitano Maitland corrugò le sopracciglia. «Voi non avete alcuna idea di ciò che avesse intuito?»
«Neppure la più pallida idea. Ci ho riflettuto a lungo, ma senza alcun risultato.»
Il capitano chiese:
«E voi, signor Poirot, che cosa ne pensate?»
«Credo che ci sia un possibile movente» rispose Poirot
«Per il delitto?»
«Per il delitto.»
«E lei non è riuscita a dir nulla, prima di morire?» chiese il capitano Maitland.
«Sì. E riuscita a sussurrare due parole.»
«E cioè?»
«La finestra. »
«La finestra?» ripeté il capitano. «E voi avete capito a che cosa volesse riferirsi?»
Scossi il capo negativamente.
«Quante finestre c'erano nella camera della signorina Johnson?»