La signora Leidner mi fissò:
«Vedete? Capite, ora? Mi ucciderà. Si tratti di Frederick o del piccolo
William, mi ucciderà.»
La sua voce cominciava a farsi acuta. La presi per un polso.
«No, no» le dissi. «Non lasciatevi andare. Noi veglieremo. Avete dei sali qui?»
Lei annuì Indicando la toletta. Le feci annusare i sali e un po' di colore ritornò alle sue guance.
«Va meglio, ora. Ma, signorina Leatheran, capite ora in quale stato mi trovo? Quando ho visto quell 'uomo che spiava dalla finestra, ho pensato: "E arrivato". Perfino quando giungeste voi qui, nutrivo dei sospetti... Pensavo che poteste essere un uomo travestito.»
«Che idea!»
«Lo so, è assurda, ma voi potevate anche esser d'accordo con lui... non essere un'infermiera...»
«Non c'è senso...»
«Lo so, ma spesso mi sento, ormai, come insensata.»
Colpita da un'improvvisa idea, le chiesi:
«Voi... riconoscereste vostro marito, vero?»
«Non so neppur questo» rispose lentamente Louise. «Sono trascorsi più di quindici anni. Potrei anche non riconoscerlo.»
Rabbrividì.
«Lo vidi una notte, ma era la faccia di un morto. Udii un "toc, toc" alla finestra. Poi vidi una faccia, una faccia da morto, spettrale, ghignante oltre i vetri... Mi misi a urlare... Poi mi dissero che non c'era nulla!»
«E non credete» chiesi esitando «che possa trattarsi di un sogno?»
«No. Sono certa di no.»
Non insistetti Eppure quello era proprio il tipo di incubo che lei avrebbe dovuto avere, date le circostanze. Ma io non contraddico mai i pazienti. Feci dunque del mio meglio per tranquillizzare la signora, e le feci osservare che difficilmente uno straniero sarebbe potuto arrivare inosservato.